Arte e cultura

Baia sommersa

Il parco sommerso di Baia è un’area marina protetta localizzata a nord del Golfo di Napoli. L’area rappresenta, assieme al parco sommerso di Gaiola, un esempio unico in ambito Mediterraneo di protezione archeologica e naturalistica subacquea.

La particolarità di tali zone è legata al fenomeno vulcanico del bradisismo che ha interessato da sempre l’intera costa nord dell’area napoletana. Tale fenomeno ha causato movimenti verticali dell’area con escursioni in positivo ed in negativo di molti metri provocando negli ultimi 2000 anni l’inabissamento della linea di costa romana di circa 6/8 metri. Fra gli ambienti di maggiore pregio, che oggi si trovano inabissati, vi è il ninfeo di Punta Epitaffiotriclinium con funzione di sala per banchetti risalente all’epoca dell’imperatore Claudio, le cui statue sono state trasferite all’interno del Museo archeologico dei Campi Flegrei dove l’ambiente è stato ricostruito.

Mosaici, tracce di affreschi, sculture, tracciati stradali e colonne, sono sommersi a circa 5 metri sotto il livello del mare tra anemoni e stelle rendendo questo luogo straordinariamente suggestivo come una piccola Atlantide romana.

Necropoli

Resti del primo Anfiteatro, Foro, Necropoli, Tabernae, Terme Nella parte alta di Pozzuoli, dove sorgevano ville sontuose, i due anfiteatri, serbatoi d’acqua e archi d’ingresso, troviamo anche i resti dell’”Anfiteatro Minore”, più antico dell’Anfiteatro Flavio [fine II sec. a.C.]. In zona sorgeva il Foro di età augustea, ricca di vestiboli colonnati, botteghe, porticati con maestose colonne marmoree e statue e una piazza pavimentata con ampie lastre

Anfiteatro Flavio

La sua costruzione inizia con Nerone e viene completata con Vespasiano [69-79 d.C.]; lo chiameranno “Coliseo” per la sua somiglianza con l’anfiteatro della città di Roma e poteva contenere più di 20.000 spettatori [misure esterne: 149×116 metri – misure dell’arena: 75×42 metri]. I sotterranei, costituiti da tre corridoi e una serie di celle, sono ancora ben conservati, insieme alla struttura dei lucernai, l’aerazione e il complesso sistema di sollevamento delle gabbie con le belve.

Tempio di Serapide

È il “Macellum”, il mercato pubblico” (sorto tra III e II sec. d.C.) annesso all’areaportuale. Viene definito “Tempio di Serapide” in seguito al rinvenimento, durante i lavori di scavo nel 1750, di una statua del dio egiziano Serapis (la città era molto legata all’Egitto romano per i vincoli di commercio).
Per secoli è stato soggetto a fenomeni di sprofondamenti e riemersioni per il fenomeno del bradisismo. L’ingresso principale era aperto verso il mare, all’interno del cortile sorgeva la “tholos”, chiuso da una esedra preceduta da quattro colonne (tre ancora in piedi).
Le tracce evidenti del pavimento marmoreo e il rivestimento dei servizi igienici, le statue ritrovate, le colonne di granito e marmo testimoniano la grande ricchezza storico-architettonica del monumento.

Villa Avellino

Villa Avellino, Piscina Cardito, Palazzo e Torre Toledo Nel parco di Villa Avellino si trovano resti di edifici termali di età imperiale come la Piscina Lusciano e la Piscina Cardito ed il cinquecentesco Palazzo che Don Pedro Alvarez de Toledo, vicerè di Napoli, fece sorgere dopo l’eruzione del Monte Nuovo.

Arco Felice

La maestosa costruzione (alto 20 m. e largo 6 m.) è ricavato nel taglio del Monte Grillo per permettere, attraverso la via Domitiana (95 d.C.) che si congiungeva alla via Appia, un più rapido collegamento con Roma; il lastricato stradale è ancora oggi perfettamente conservato.

Cuma

“Kyme” per i greci, “Cumae” per i latini, è la più antica colonia della Magna Grecia e dell’Occidente, fondata dagli Euboici nell VIII secolo a.C. è stata città potente e fiorente (anche più di Pozzuoli) fino all’invasione dei napoletani (1207).

Parco Archeologico di Cuma

L’Acropoli è formata da rocce eruttive e mura di fortificazione (V sec. a.C.). Sulla terrazza inferiore troviamo il “Tempio di Apollo”, sulla terrazza superiore è invece situato il “Tempio di Giove” (poi trasformato in basilica cristiana). Nella parte iniziale dell’Acropoli troviamo il mitico “Antro della Sibilla”, monumento scavato nel tufo con un corridoio lungo 131,50 m., largo 2,40 m. e alto circa 5 m.
Secondo Virgilio (Eneide, libro VI), fu mitica sede della sacerdotessa di Apollo. La grande “Crypta Romana” (38-36 a.C.) doveva invece collegare porto e foro.

Baia

Baia è una incantevole insenatura che deve il nome a “Bajos” compagno che Ulisse seppellì in zona. Decantata da Orazio, le sue colline furono sedi di fastose ville Romane e importanti impianti terapeutici per la presenza di molte sorgenti termali. Per effetto del bradisismo gran parte della città è oggi sommersa dal mare.

Parco archeologico di Baia

Grandioso complesso architettonico formato da sale termali, ambienti di soggiorno, riposo e belvedere, era caratterizzato da portici e terrazze con la presenza di quattro “Templi”: Diana, Mercurio, Venere Sosandra e Venere.

Castello Aragonese di Baia sede del Museo Archeologico dei Campi Flegrei

La maestosa e affascinante sagoma del castello domina Baia e il golfo di Pozzuoli. Costruito nel 1490 per ordine del re Alfonso Il di Aragona (45.000 mq. e 92 m. di altezza s.l.m.) venne successivamente ampliato. Fortezza posta in posizione strategica, oggi ospita il museo archeologico che espone le principali opere (molte intatte) rinvenute nelle acque di Baia e nel Rione Terra di Pozzuoli.

Bacoli

L’antica “Bauli” di epoca romana, presenta una serie di ville marittime tra i cui resti possiamo ancora ammirare l’”Odeon” adattato a Ninfeo impropriamente denominato “Tomba di Agrippina”, o le “Cento Camerelle”, villa con un eccezionale impianto di cisterne di epoca repubblicana. Altro grande bacino rettangolare, di epoca augustea, utilizzato come serbatoio per raccogliere le acque del “Suino” è la cosiddetta “Piscina Mirabilis”, che riforniva la flotta romana accolta nel porto militare di Miseno (lembo estremo dei Campi Flegrei caratterizzato dalla mole del monte omonimo dove sorgevano importanti ville imperiali, deve il nome
alla leggenda secondo la quale qui fu sepolto “Miseno”, trombettiere di Enea). Da visitare Torregaveta, collina che degrada a mare, l’insenatura “Maremorto” e la Chiesa di Sant’Anna (1691).

Monte di Procida

Il suo territorio collinare (con straordinario panorama) rappresenta la parte più estrema della penisola flegrea. È un promontorio prospiciente l’isola di Procida, da cui è separata da uno stretto tratto di mare. L’area, detta fino all’alto medioevo “Monte di Miseno”, dopo la distruzione di Miseno, cambiò lentamente nell’uso il suo nome fino a giungere a quello attuale.